Dove si va Domenica in escursione?
Non sempre nella stagione invernale e facile scegliere il luogo in cui recarsi per le nostre scarpinate, la valutazione di differenti fattori incidono nella scelta. Maggiore deve essere l’attenzione
quando si accompagnano altre persone, in particolare modo in ambiente innevato.
Il dubbio amletico era anche nella testa mia e di Enrico in occasione della uscita sociale del 14 Febbraio scorso. Le uscite per testare i percorsi prescelti non si rilevarono fruttuose.
”Andiamo sul Grappa” è la mia proposta alternativa, dato che le restrizioni sanitarie dovute alla pandemia restringono il campo delle scelte, qualcuno (Giorgio) ci suggerisce un percorso in località Fiorentini. Facciamo qualche valutazione: neve presente in abbondanza, percorso non troppo impegnativo per le prime uscite stagionali, basso pericolo di valanghe, dato l’anomalo caldo di questo periodo e la conseguente instabilità del manto nevoso. Enrico è convinto della proposta: “andiamo ai Fiorentini”.
Domenica alle 8,40 siamo tra i primi ad arrivare all’albergo Fiorentini, nella stagione invernale la possibilità di parcheggio è limitata dai cumuli di neve, la nostra tempestività ci permette di parcheggiare con tutta tranquillità. Ci concediamo senza fretta un caffè, e…. per i più golosi ed affamati anche le brioche. Meteo ottimale per una escursione, sole, cielo sgombro da nuvole e temperatura gradevole. Si sale per la val delle Lanze.
Storicamente territorio di confine. Già dall’Alto Medioevo con i ducati Vicentino e di Trento. Il confine saliva dal passo della Borcola al monte Maggio, monte Milegna, Bocca di valle Orsara e poi giù fino alla Valdastico (Busatti). I Conti Velo, i signori di Beseno, i Conti Trapp sono solo alcune delle famiglie nobiliari che si contesero questi territori, non mancarono usurpazioni e lotte lunghe secoli. Nè la Repubblica di Venezia, né il passaggio e le riforme di Napoleone misero pace. Ancora oggi dispute legali relative a proprietà private sono in corso. Interessanti le vicende del primo conflitto mondiale, le cime che delimitano la val delle Lanze (m. Coston, Durer, Pioverna, Costa D’Agra ecc…) furono aspramente contese nel primo anno di guerra. Da queste cime il 15 Maggio 1916 si scatenò l’offensiva Austroungarica (Strafexpedition),che dilagò fino a Tonezza ed Arsiero. Solo in una seconda fase le truppe Imperiali attaccarono in direzione dell’altopiano di Asiago e dei 7 comuni.
Saliamo di buon passo il fondo valle, il paesaggio con l’abbondante neve è quasi idilliaco, oltrepassiamo alcuni baiti, quello delle Suore, il Tomasella e quello del Menegon. Si sale sempre con dolci pendenze fino ad un buon punto panoramico, il luogo si confà per una opportuna sosta e….gradita merenda. Proseguiamo per forte Campolon, percorriamo l’unico breve tratto del percorso che richiede la nostra massima attenzione,150 metri in cui la traccia si fa esigua. Ma oramai siamo sulla dorsale che ci conduce al forte, complice la radiosa giornata lo sguardo può allungarsi a 360°.
La strategica posizione del forte ci fa spaziare con panorami dalla pianura Veneta, al Grappa, Altopiano di Asiago, Prealpi Vicentine, Lagorai e buona parte delle montagne Trentine fino all’Adamello e al gruppo del Brenta, Prealpi Bresciane e più defilate e lontane le cime dell’Alto Adige. Balcone panoramico da stampare nella memoria per il nostro pranzo. Ci si organizza per il ritorno non prima di avere apprezzato le pregevoli architetture del forte. Scendiamo per il sentiero 569 a completare il nostro anello escursionistico.
Il manto nevoso in alcuni punti è così candido ed immacolato che il lavoro del sole sulla sua superficie crea infiniti giochi di luce e colori, ci dona un certo senso di stupore e meraviglia. Dopo una giornata trascorsa assieme siamo sufficientemente rodati come gruppo di escursionisti, le briglie si sciolgono, si ritorna lievi per la bella giornata e con tante “ciacoe”. Amicizia, allegria, solidarietà, non sono forse questi valori (ma non solo questi) che dovrebbero caratterizzare il nostro andare per monti.
Spiro Dalla Porta Xidias sosteneva che il frequentare le terre alte non è solo esercizio ginnico o sportivo ma soprattutto cultura e spiritualità. E se lo affermava uno con il suo pedigree.
Enrico e Bruno